lunedì, Aprile 15

Quanto guadagna un perito agrario

Nell’immaginario collettivo, è inutile dirlo, la figura del perito agrario ha sempre quel “non so che” di professione ormai in calo visto che il settore primario non è più l’ambito trainante di tutta l’economia italiana e non lo è da un bel po’ di tempo.

Quest’idea che tutti hanno del perito agrario è però diversa dalla realtà. Infatti, questa, così come tante altre figure in quest’ambito hanno avuto la forza di aggiornarsi, di modernizzarsi per rendersi di nuovo spendibili lavorativamente parlando.

L’avanzamento tecnologico ha portato i periti agrari a adattarsi e specializzarsi in altre mansioni. Questo li rende una delle figure più appetibili nel mercato del lavoro per guadagni mensili.

Chi è il perito agrario e cosa fa

Il perito agrario è in realtà conosciuto come consulente aziendale agrario. La sua figura si occupa di consulenze per aziende agrarie e zootecniche e in genere operanti nel settore agricolo.

Il suo lavoro principale è quello di apportare innovazione e nuove tecnologie nelle produzioni aziendali. Questo al fine di perseguire gli obiettivi posti come, ad esempio, un aumento del numero di vendite, una quantità maggiore di prodotti generati da una data coltura, la manutenzione di parchi e giardini dell’azienda agricola o una rotazione più funzionale al numero di fondi posseduti dall’azienda.

Insomma, è un professionista a 360 gradi!

E se non bastasse le aziende medio piccole vengono gestite da questo professionista anche sotto il punto di vista fiscale ed amministrativo.

Come si diventa perito agrario

Al contrario di quello che si pensa il settore agrario è cambiato così tanto richiedendo nuove conoscenze, al punto di creare percorsi ad hoc anche all’università, ma procediamo con ordine.

Il primo passo per diventare perito agrario è essersi diplomati presso un ITA (Istituto Tecnico Agrario). Questo primo passo risulta di fondamentale importanza per imparare e trattare materie legate alle nuove mansioni svolte da questa figura.

Dopo aver ottenuto questo titolo di studio si potranno percorrere tre strade:

  • Candidarsi a delle offerte nel settore come lavoratore dipendente.
  • Continuare gli studi all’università scegliendo delle facoltà che specializzino le competenze ottenute nel percorso delle superiori. Degli esempi possono essere le facoltà di tecnologie alimentari, scienze agrarie e alimentari, scienze forestali e ambientali, scienze faunistiche, medicina veterinaria.
  • Dopo essersi diplomati, candidarsi ad un tirocinio formativo presso un perito agrario con più di 5 anni di esperienza lavorativa nel settore. Il tirocinio dovrà avere una durata di almeno due anni. In questo modo si potrà accumulare l’esperienza e la pratica necessaria a poter svolgere il lavoro da libero professionista.

Le strade che portano al lavoro da perito agrario sono quindi tre. Tuttavia, per il lavoro da libero professionista sarà necessario sostenere un esame finale (chiamato esame di abilitazione o esame di Stato) che permetterà di iscriversi all’albo dei periti agrari e ed esser definito, finalmente, un professionista attivo.

Da quel momento sarà però obbligatoria la formazione continua, ovvero lo studio perpetuato nel tempo di materie in campo agrario al fine di aggiornarsi continuamente e rinnovare la propria iscrizione all’albo.

Per tener conto dei corsi cfp per periti agrari seguiti e della validità del proprio rinnovo, al termine di ogni corso verranno rilasciati dei crediti formativi professionali (o CFP) e con il conseguimento di 30 crediti in tre anni dall’avvenuta iscrizione all’albo che sarà possibile continuare a svolgere la propria attività.

Quanto guadagna

Il lavoro di un perito agrario non è facilmente quantificabile in uno stipendio ben determinato. Infatti, le diverse mansioni svolte e la possibilità di lavoro da libero professionista rendono sconosciuti ai più i loro guadagni.

È giunto però in aiuto il Ministero dell’Economia che, nel 2015, ha stimato i guadagni di un perito agrario intorno ai 27mila euro annui (vale a dire circa 2mila euro netti al mese).

Una media niente male considerando l’idea che si ha delle imprese agricole e di chi ci opera all’interno.

Redazione
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